Long covid

di LEONARDO CALVI

Stanchezza e dolore cronici, difficoltà a respirare e affanno, problemi di equilibrio, difficoltà a concentrarsi, vuoti di memoria. E ancora: irritazioni cutanee, perdita dei capelli e dei denti, parestesie e perdita di sensibilità della pelle. In tutto, più di duecento sintomi fino ad ora documentati, alcuni costanti, altri intermittenti. 

Sebbene la malattia sia ufficialmente riconosciuta dall’Istituto superiore di sanità, la mancanza di un preciso test diagnostico che la possa accertare lascia molti pazienti senza una diagnosi, e senza la possibilità di accedere alle tutele necessarie. 

Questo un destino comune delle persone affette da malattie multi-sistemiche come fibromialgia, sindrome da affaticamento cronico e ora, il Long Covid: passare da uno specialista all’altro collezionando risposte vaghe, scontrarsi con medici che sottostimano la condizione, o che vi attribuiscono cause psicologiche.
Chi ha fortuna trova supporto nella famiglia o negli amici, chi non ne ha sceglie – cerca – di esercitare determinazione, o rassegnazione.
Le stime su quanti siano colpiti dal Long Covid nel mondo sono, per ora, quanto di più incerto: da decine di milioni fino a possibili centinaia di milioni. Nella maggioranza dei casi, persone che hanno inizialmente avuta un’infezione lieve o moderata. Incerte anche le possibili cause: persistenza non rilevata del virus nell’organismo, reazioni immunitarie, attivazione di virus dormienti da parte dell’infezione iniziale, danni cronici ai tessuti.
In Italia il numero delle persone d’ogni età potenzialmente affette è attualmente ignoto. In più di quarantamila condividono la loro esperienza nel gruppo Facebook “Noi che il Covid lo abbiamo sconfitto“, dal quale il 26 Gennaio del 2023 è nata A.I.L.C., Associazione Italiana Long Covid (https://www.mamahealth.io/ailc/home), fondata allo scopo di fornire supporto allo studio della malattia.