Ghost bikes

di Luca Nizzoli Toetti

«Circolare per Milano in bicicletta non aveva allora nulla di temerario, e portare un passeggero in canna, in tempi di bombe e di sfollamenti, era poco meno che normale: qualche volta, specie se di notte, accadeva che estranei domandassero questo servizio, e che per un trasporto da un capo all’altro della città ti ricompensassero con quattro o cinque lire».

Chi scrive è Primo Levi a inizio anni settanta e il riferimento è ai primi anni quaranta del novecento. La situazione del traffico a Milano da allora è costantemente peggiorata. Non contano le zone pedonali o le improvvisate piste ciclabili a preservare l’incolumità di chi per spostarsi sceglie la bicicletta. L’educazione stradale sembra essere l’unica soluzione per fermare una vera e propria strage in atto a Milano. Tantomeno serviranno le tecnologie per i mezzi pesanti: quello che manca non sono i sensori ma la sensibilità.