Henri Cartier-Bresson
Henri Cartier-Bresson è stato un fotografo francese le cui fotografie umane e spontanee hanno contribuito ad affermare il fotogiornalismo come forma d’arte.
Pioniere del fotogiornalismo, Cartier-Bresson ha girato il mondo con la sua macchina fotografica, immergendosi totalmente nell’ambiente in cui si trovava. Considerato uno dei maggiori artisti del XX secolo, ha documentato molti dei maggiori eventi mondiali, dalla guerra civile spagnola alle rivolte francesi del 1968.
I primi anni
Henri Cartier-Bresson nacque il 22 agosto 1908 a Chanteloup, in Francia e sviluppò un amore precoce per la letteratura e le arti. La creatività faceva certamente parte del suo DNA. Il suo bisnonno era un artista e uno zio era un noto tipografo.
Da adolescente, Cartier-Bresson si ribella ai modi formali dei genitori. All’inizio della sua vita adulta si avvicinò al comunismo. Ma è l’arte a rimanere al centro della sua vita. Nel 1927 iniziò a studiare pittura per due anni sotto la guida del noto cubista André Lhote, poi si trasferì all’Università di Cambridge per immergersi ulteriormente nei corsi di arte e letteratura.
Stimolato dalla scena avanguardistica che avvolge Parigi e fresco di congedo dall’esercito, che lo aveva dislocato appena fuori Parigi, Cartier-Bresson si reca in Africa nel 1931 per cacciare antilopi e cinghiali.
Ma l’Africa alimentò in lui un altro interesse: la fotografia. Sperimentò con una semplice Brownie che aveva ricevuto in regalo, scattando foto del nuovo mondo che lo circondava. Per Cartier-Bresson c’erano paralleli diretti tra la sua vecchia passione e quella nuova.
“Adoro scattare fotografie”, dirà in seguito. “È come essere un cacciatore. Ma alcuni cacciatori sono vegetariani, e questo è il mio rapporto con la fotografia”.
Al ritorno in Francia, più tardi, quell’anno, Cartier-Bresson acquistò la sua prima Leica 35 mm, una fotocamera il cui stile semplice e i cui risultati sorprendenti avrebbero contribuito a definire il lavoro del fotografo.
Il successo commerciale
L’ascesa di Cartier-Bresson come fotografo fu molto rapida. A metà degli anni Trenta aveva già esposto i suoi lavori in importanti mostre in Messico, a New York e a Madrid. Le sue immagini rivelarono le prime possibilità della fotografia di strada e del fotogiornalismo in generale.
Nel 1935, durante una mostra delle sue stampe a New York, Cartier-Bresson fa amicizia con un altro fotografo, Paul Strand, che aveva iniziato a sperimentare la pellicola. Ispirato da ciò che vede, Cartier-Bresson abbandona la fotografia e torna in Francia, dove lavora come assistente del regista francese Jean Renoir. Nei tre anni successivi, Cartier-Bresson lavorò a una manciata di film di Renoir, tra cui quello più acclamato dalla critica, La Règle Du Jeu (1939).
L’uomo del mondo
Subito dopo la guerra, Cartier-Bresson viaggiò verso est e trascorse molto tempo in India, dove incontrò e fotografò il Mahatma Gandhi poco prima del suo assassinio nel 1948. Il successivo lavoro di Cartier-Bresson per documentare la morte di Gandhi e il suo immediato impatto sul Paese divenne uno dei più apprezzati saggi fotografici di Life Magazine.
Nel 1947, insieme a Robert Capa, George Rodger, David “Chim” Seymour e William Vandivert, fondò Magnum Photos, una delle principali agenzie fotografiche del mondo.
Gli ultimi anni
Nel 1966, Cartier-Bresson lasciò la Magnum e iniziò a concentrarsi sul disegno e sulla pittura. Disdegnava di rilasciare interviste e si rifiutava di parlare molto della sua precedente carriera di fotografo, apparentemente contento di seppellirsi nei suoi taccuini, disegnando paesaggi e figurine.
A poche settimane dal suo 96° compleanno, Henri Cartier-Bresson si è spento nella sua casa in Provenza il 3 agosto 2004.