Trent’anni da Tangentopoli
Anno 1992. L’Italia è destinata a vivere uno dei propri momenti storici più significativi e immorali: Tangentopoli.
Il termine nasce a definire un sistema diffuso di corruzione politica che parte inizialmente a Milano destinato a diffondersi a macchia d’olio in tutto il paese associandosi a imprese, enti pubblici e partiti. Un costante scambio di denaro privato, con l’obiettivo di avere accessi privilegiati agli appalti della pubblica amministrazione da parte di imprese private, politici e mafia.
Tangentopoli e Mani Pulite
Tangentopoli emerse grazie alle indagini “Mani Pulite” del magistrato Antonio Di Pietro, che portarono dapprima all’arresto di Mario Chiesa, esponente del PSI e amministratore del Pio albergo Trivulzio , casa di riposo per anziani a Milano. Motivo? Flagranza di reato con una tangente di 7 milioni in tasca da perte di una ditta di pulizie che così facendo si comprava a suo modo l’appalto. Poca roba sembra. Ma non è così.
L’arresto di Chiesa non è che l’inizio di un periodo destinato a essere ricordato come ‘Mani pulite’ e di ‘Tangentopoli’.
Da li a poco furono, anche grazie alle sue deposizioni, arrestati e inquisiti un gran numero di imprenditori e politici, con reati di corruzione, concussione, associazione a delinquere e ricettazione. La macchia si stava via via allargando, portando le indagini fuori Milano e in città come Verona, Firenze, Roma e Napoli.
Il periodo fu caratterizzato dal sostegno travolgente dell’opinione pubblica al pool di magistrati della Procura milanese, con avvenimenti significativi come le monetine lanciate a Craxi fuori dall’hotel Raphaël di Roma, i suicidi di Raul Gardini e del presidente dell’Eni Gabriele Cagliari. E poi dalle dimissioni a sorpresa di Antonio Di Pietro dalla magistratura.
Anche il più noto segretario del PSI, Bettino Craxi, ricevette diversi avvisi di garanzia che lo portarono alla fine alle dimissioni: insieme a lui lo scandalo colpì anche altri ministri dell’allora governo Amato, che puntualmente diedero le dimissioni a loro volta.
Autostrade, aeroporti, enti pubblici: sembravano tutti coinvolti. Società come Enel, Ferrovie dello Stato, Fiat: anche loro furono indagate essendo non estranee alle tangenti.
Sotto, foto Archivio Fotogramma