One life
di Davide Limonta
Dopo un anno e sette mesi dall’inizio della guerra, in Ucraina si respira un‘atmosfera surreale.
Sono stato a Leopoli, Kiev e Odessa, tre città dislocate in tre zone differenti del Paese per influenze storiche e culturali. Ovunque girassi, quando chiedevo ad un ucraino se avesse paura della guerra, la risposta che ottenevo era sempre negativa. In realtà, mi sembra che nessuno abbia paura dei russi.
L’intera Ucraina si sente in dovere di trascorrere la vita come se la guerra non ci sia, per se stessi e per tutti quelli che stanno combattendo.
Serve a mantenere alto il morale.
Questa settimana, ancora, la Russia ha lanciato droni e missili colpendo le città da ovest a est. Non tutto riesce ad essere fermato dall’antiaerea. I frammenti cadono su palazzi e civili, provocando morti e feriti. Gli uomini in età militare, vengono caricati sulle camionette per strada per essere trasformati in soldati. In tanti si sono arruolati come volontari. Ogni giorno, ciascuna città del paese piange dei morti. La vita non è più quella di prima, le persone sono in un perenne stato di tensione: gli allarmi suonano di continuo.
Ma il tempo scorre, di giorno sembra che la guerra non esista, almeno non al fronte. I laghi quest’estate erano colmi di persone. Con la riapertura delle spiagge ad agosto, molti ucraini sono andati in vacanza a Odessa. Solo che, nello stesso mare dove le persone facevano il bagno, le navi russe si preparavano per colpire ancora.